Curiosando nella mia Libreria puoi trovare i miei romanzi, caratterizzati da una vena magica che li percorre da cima a fondo, in maniera più o meno evidente. Mi è sempre piaciuto aggiungere un pizzico di magia ai miei scritti, ma anche rendere la magia fruibile al di là delle bacchette magiche e degli incantesimi: sono convinta, infatti, che sia davvero ovunque intorno a noi, nelle piccole cose e negli avvenimenti apparentemente casuali. Proprio questo è uno dei temi principali de “I Talenti delle Fate”: la magia esiste, basta saperla vedere e riconoscere.
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I Talenti delle Fate: com’è cominciata la magia
Ricordo molto bene il momento in cui nella mia testa ha iniziato a delinearsi la trama de “I Talenti delle Fate”: stavo pulendo il bagno! Le idee migliori arrivano quando mi sto dedicando ad attività semi-automatiche, per cui la mia mente è libera di vagare tra i miei pensieri. Perciò se qualcuno mi vede silenziosa e assorta mentre stiro, cucino o pulisco, ecco… forse sto creando qualcosa!
Di solito abbozzo una trama prima di cominciare un nuovo libro, per avere una traccia del percorso da seguire. Quando arrivo alla fine della prima stesura mi rendo conto di quanto la traccia iniziale sia stata stravolta. Nel caso di questo romanzo, in particolare, le fate dovevano esserci davvero: avrebbe dovuto essere un fantasy. Se non ricordo male, Elisa, la protagonista, avrebbe scoperto di discendere dalle fate, o qualcosa del genere. Sono felice di aver cambiato direzione!
Ciò che volevo era mettere la magia alla portata di tutti, renderla fruibile, per così dire. Per riuscire nell’impresa, mi sono servita di un personaggio che adoro tuttora: Nonna Gigliola.
Nonna Gigliola e le fate
Le fate sono spesso citate nel romanzo. Protagoniste indirette di tutta la vicenda, vengono descritte da Nonna Gigliola come persone normali, solo molto brave nel coltivare il proprio Talento. Niente vestitini glitterati né ali iridescenti, dunque.
«Una Fata a mio avviso non è altro che una persona dotata di un Talento straordinario, capace di creare la magia nella vita quotidiana. Senza bacchette o polvere magica.»
Nonna è una persona molto intelligente e brillante, mi piacerebbe invecchiare come lei. Al fondo delle sue teorie apparentemente favolose permane una certa praticità. Nonna non racconta a Elisa che esistono incantesimi e polverine fatate, no: le dice che la magia fa parte della vita quotidiana, ma che bisogna saperla riconoscere. Le dice anche che non servono solo gli occhi per vedere, occorre anche credere.
«Non occorre vedere per credere, Elisa. Ma è anche vero che si può diventare ciechi con la sola forza di volontà.»
Questione di talento
Mentre scrivevo questo romanzo continuavo a pensare al fatto che dedicarsi a una passione, e quindi coltivare il talento personale, può contribuire in maniera significativa a rendere migliore la propria vita. Questo pensiero è diventato uno dei temi principali della storia, tanto da influenzare la vita di tutti i personaggi, anche quelli di contorno, ad esempio Rebecca, la mamma di Elisa. Il talento è la magia che ognuno è in grado di compiere per migliorare il mondo che lo circonda. È il talento a creare la fata, non viceversa.
Nonna Gigliola afferma che le fate non sono altro che persone dotate di un talento che coltivano con passione. Secondo questo ragionamento, chiunque tra noi può sentirsi fata… o folletto!
Il Famiglio
A ogni capitolo terminato mi sentivo sempre più soddisfatta e… magica! La trama evolveva passo dopo passo, nuovi personaggi arrivavano, nuove storie nascevano e s’intrecciavano. Mi divertivo soprattutto a inventare quelle piccole magie quotidiane che poi mostravo a Elisa, come in un gioco complice con Nonna, che l’aveva sfidata a vedere la magia tutto intorno a sé. Nonna e io eravamo dalla stessa parte, dovevamo convincere la nostra giovane scettica.
«Facciamo così: da oggi in avanti iniziamo una specie di gioco, tu e io! Cercheremo la magia nella vita di tutti i giorni!»
Il nucleo centrale del libro inizia con questa sfida che Nonna lancia a Elisa: vincerà chi sentirà dire dall’altra “avevi ragione tu”. Dovevo impegnarmi per far sì che Nonna vincesse, perché non avevo solo Elisa da convincere, ma chiunque avesse scelto di leggere il mio romanzo.
Il primo avvenimento potenzialmente magico del quale mi sono servita per perseguire il mio scopo è stato l’arrivo del cane Sam.
Sam è un cagnolino vagabondo che Elisa vede spesso in giro per la strada e che talvolta si attarda con lei, finché si presenta inaspettatamente alla porta della casa di Nonna il giorno del suo sedicesimo compleanno. La ragazza si chiede come abbia fatto a trovarla, allora Nonna le risponde prontamente che ci sarà riuscito perché è il suo Famiglio.
Ma che cos’è un Famiglio?
«Beh, secondo le leggende, ogni fata o strega aveva il proprio Famiglio. Ovvero un animale da compagnia che le proteggeva e vegliava su di loro. Sam potrebbe essere il tuo.»
«Ma dai, Nonna! Domani mi sveglierò con un paio d’ali trasparenti sulla schiena e una bacchetta magica al posto dello spazzolino da denti!»
«Tesoro, perché ridi? Questo cagnolino, il giorno del tuo compleanno, ha macinato quasi tre chilometri per raggiungerti, seguendo quasi certamente la scia del tuo odore; non ti sembra un’impresa abbastanza considerevole?»
Sam è esistito davvero, era il mio Famiglio. Un volpino bianco, morbidissimo, abbaiava per un nonnulla e correva come un razzo! Si chiamava Cico. Una parte di lui è rimasta con me, dopo la sua morte, ed è tornata a farmi compagnia nella stesura del libro. Doveva esserci anche lui, tra quelle pagine. Anche questa è magia: conservare nel cuore il ricordo dell’amore, di qualunque tipo esso sia, e permettergli di manifestarsi quando si presenta il momento giusto.
Nonna, nella sua grande saggezza, riesce facilmente a trovare appigli per convalidare la sua teoria: la magia esiste, e Sam ne è una prova. Ma la donna sa che ne serviranno altre.
Ho costruito queste prove una per una. Ho dovuto imparare io per prima a seguire il consiglio di Nonna, per riuscire davvero a vedere la magia tutto intorno a me. È stato un percorso divertente, ma non sempre facile, poiché il mondo in cui viviamo non sembra fatto per gli occhi incantati. Eppure…
Chi vincerà la scommessa? Io sento di aver vinto, in ogni caso.
E tu, riesci a vedere la magia tutto intorno a te? Ti capita mai di pensare “questa cosa è capitata proprio al momento giusto”, oppure di stupirti per una serie di eventi apparentemente fortuiti che finisce per rendere possibile qualcosa di molto importante per te? Se ti va, puoi raccontarmelo nei commenti, oppure puoi scrivermi all’indirizzo info@fatainfabula.com. 🙂
Che l’incanto sia con te,
Antonella Arietano