Le fiabe classiche, che praticamente tutti conosciamo, sono nate molto indietro nel tempo: erano racconti attorno al focolare, un modo per riunirsi e trascorrere in buona compagnia le lunghe sere invernali, lasciando fuori dalla porta di casa il freddo e le preoccupazioni. Erano un modo per celebrare le feste, gli avvenimenti importanti, le riunioni di famiglia. Venivano tramandate oralmente, non esistevano versioni scritte, anche perché non erano in molti a saper scrivere. Poi alcuni studiosi cominciarono a interessarsi al genere della fiaba e iniziarono a fare ricerche per comprenderle meglio. Così fecero anche Jacob e Wilhelm Grimm, che nel 1812 pubblicarono la loro prima versione de “Le fiabe del focolare”.
I Fratelli Grimm riproposero più versioni delle loro fiabe, per lo più smussando via via i loro aspetti più cruenti. A tal proposito, mi piacerebbe condividere con te alcune curiosità su “Biancaneve e i sette nani”, che personalmente trovo davvero interessanti!
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Mamma o matrigna?
Nella prima versione di “Biancaneve e i sette nani”, comparsa nel volume del 1812, la regina cattiva non è la matrigna della fanciulla, bensì la sua madre naturale! Sì, lo so, suona davvero terribile! Proprio per questo i Grimm decisero di stemperare la faccenda modificando questo dettaglio e introducendo la figura della matrigna, già nella pubblicazione della seconda edizione del 1819. Certe nefandezze non possono essere ricondotte a una mamma, per dei bambini sarebbe inaccettabile, e anche per gli adulti, a dirla tutta. Mi sento di dire che questa revisione da parte dei due autori è stata decisamente una buona cosa.
Da bimba a adulta
All’inizio della fiaba originale, Biancaneve è una bambina. Si racconta che la matrigna comincia a provare una forte gelosia nei suoi confronti quando la piccola ha solo sette anni. Il punto è che siamo abituati, soprattutto grazie alla versione animata di Disney, a considerare Biancaneve una ragazza grande, probabilmente di sedici anni o giù di lì. In realtà, nelle prime versioni della storia lei è ancora una bambina quando fugge spronata dal cacciatore e incontra i nani nel bosco. Lo è anche quando viene avvelenata dalla matrigna con la mela. Il prodigio consiste nel fatto che quando i nani la mettono nella bara di cristallo, lei continua a crescere; per questo motivo, quando il principe passa dalla radura, la vede e s’innamora di lei, ha raggiunto più o meno i sedici anni. Curioso, no?
A proposito del cuore nello scrigno…
All’inizio non si trattava del cuore, lo sapevi? Nella fiaba dei Fratelli Grimm, e non solo nella prima versione, la regina chiede al cacciatore di portarle il fegato e i polmoni della fanciulla, per dimostrarle di averla davvero uccisa. La differenza tra la scrittura del 1812 e tutte le altre sta nel fatto che in questa la matrigna li mangia! Non è una bella immagine… In effetti, nelle edizioni successive questo dettaglio viene eliminato. Sarà molto più tardi che si comincerà a parlare del cuore come prova dell’omicidio, probabilmente grazie al film Disney.
Una mela, ma non solo
Per la matrigna non è affatto semplice liberarsi di Biancaneve! La mela è in realtà solo l’ultimo di tre tentativi, oltre all’ordine impartito al cacciatore. La donna prova anzitutto a ucciderla travestendosi da venditrice ambulante e vendendole un pettine avvelenato, poi ritenta con una cintura che stringe così tanto da farla quasi soffocare. In entrambi i casi, sono i nani a salvarla: la prima volta notano il pettine tra i capelli e lo rimuovono, la seconda slacciano la cintura troppo stretta. La terza volta, quando si tratta della mela, i poverini non trovano tracce di oggetti magici su di lei, quindi non sanno cosa fare e ripiegano sulla bara di cristallo.
Bacio o non bacio? Questo è il dilemma!
La faccenda del bacio recentemente ha sollevato un polverone, perché si è cominciato a discutere del fatto che insomma, i principi delle fiabe non dovrebbero baciare fanciulle addormentate e, quindi, non consenzienti. Non ho intenzione di chinarmi sulla questione, ma vorrei precisare che nelle prime e più antiche versioni della fiaba non c’è nessun bacio! Eh no, è stato introdotto da Disney nel lungometraggio animato, come altri aspetti citati prima. E qui preparati, perché ne vedremo delle belle!
Nella versione della fiaba pubblicata nel 1812, il principe incarica i servitori di seguirlo trasportando la bara sulle spalle. Gli uomini, stufi di portare in giro il pesante feretro (ricordiamoci che era in cristallo, mica poco!), si arrabbiano e, esasperati, se la prendono con la fanciulla, percuotendola! Un colpo sulla schiena provoca la fuoriuscita del boccone avvelenato, incastrato nella gola della ragazza, che quindi si risveglia dal sortilegio. Molto poco romantico!
La seconda versione è un po’ meglio: i servitori lasciano cadere la bara per sbaglio, e il contraccolpo fa uscire il pezzo di mela dalla gola di Biancaneve, che quindi si risveglia. Non è un bacio del vero amore, consenziente o meno, ma un errore umano a salvare la situazione!
Conoscevi queste curiosità sulla fiaba di Biancaneve? Esistono in commercio degli albi illustrati che riportano la versione classica della storia, con i tre tentativi di uccidere la giovane da parte della matrigna, la bimba che cresce nella bara e l’incidente dei servitori. Uno di questi, bellissimo, è a cura di Benjamin Lacombe, un illustratore che amo in modo particolare. Ti suggerisco di cercarlo, magari in biblioteca, perché è davvero un’opera meravigliosa!
Conosci altre curiosità su questa o su altre fiabe classiche? Scrivile nei commenti, oppure alla mail info@fatainfabula.com, ti leggerò molto volentieri! 🙂
Che l’incanto sia con te,