Signore e signori, questo è Mr. Toad:
Mr. Toad è venuto a vivere nel canale prosciugato accanto al mio giardino. L’ho intravisto per caso una sera, mentre portavo a spasso il mio cagnone Axel, e ne sono stata da subito deliziata! Dopo quel primo incontro ce ne sono stati altri, sempre sul tardi: una volta era sulla stradina sassosa davanti a casa mia, e gli ho indicato cortesemente la via per rientrare nel canale, un’altra saltellava beato tra i sassi nel suo fossato, tentando la scalata di una ripida parete. Che tipo!
Ho subito pensato che un vicino come Mr. Toad può tornare molto utile. Sono settimane che combatto contro le lumache che attaccano sistematicamente le mie piante, sono riuscite a rodere fino alla radice il mio basilico per due volte, e hanno appena iniziato a rosicchiare voraci i fiori di zucca! Credo che le fate del mio giardino abbiano ascoltato la mia richiesta d’aiuto, perché in effetti hanno mandato Mr. Toad a vivere proprio nei pressi. A volte basta chiedere! 😉
In questo articolo troverai...
Simbologia della rana: quanta magia!
Mi piacciono le rane e i rospi: sono così strani, un po’ buffi, eppure quanta energia traspare dai loro salti! Se mi capita di trovare una ranocchia in prossimità della strada cerco di spostarla in una zona più sicura, facendo attenzione a non allontanarla troppo da dove si trovava, affinché non rischi di perdersi. E poi sono sempre stata affascinata dalla metamorfosi che le vede tramutarsi da girini in rane! Sono animali davvero un po’ magici.
Nel simbolismo spirituale, le rane sono considerate animali legati alla trasformazione, al rinnovamento della vita: basti pensare a come cambiano da quando escono dall’uovo a quando infine le vediamo saltare nei prati! Il loro vivere sia sulla terra sia nell’acqua le lega contemporaneamente al mondo fisico (terra) e a quello più emozionale (acqua). Sono considerate affini al mondo dell’intuizione, degli elementi naturali, nonché alle energie femminili. E sono da sempre simbolo di fertilità.
Forse a causa di quest’interpretazione che ha del magico, rane e rospi popolano da sempre le fiabe: sono creature che la maggior parte delle persone trovano viscide, non proprio simpatiche, forse addirittura un po’ bruttine. Personalmente non la penso così, ma devo dire che quando mi capita di raccogliere una rana per salvarla, la pelle liscia e fredda un effetto un po’ strano lo fa… XD
Comunque, senza andare troppo lontano con la fantasia, pensiamo alla famosa fiaba Il principe ranocchio: la principessina è raccappricciata all’idea di dividere con lui il piatto, il bicchiere e persino il letto! Ne ho parlato in un articolo sulla metamorfosi nelle fiabe, se ti interessa puoi trovarlo qui.
In genere, quindi, nelle fiabe rane e rospi non sono poi così ben visti, anzi: tendono a scatenare reazioni di disgusto, sono esseri umili, spesso maltrattati, come il povero principe ranocchio che finisce scaraventato contro il muro (eh sì, non lo sapevi? Altro che bacio! Nell’articolo che ti citavo prima trovi il testo originale. 😉 )
Quella del Principe ranocchio è senza dubbio la storia più famosa con protagonista una rana, ma posso citartene altre due davvero molto belle!
Pollicina
Hai mai sentito questa fiaba di Hans Christian Andersen? Una donna desidera moltissimo avere un bambino, così un giorno si reca da una strega che le vende un seme magico. Lei lo pianta e lo cura con amore, finché spunta un bocciolo simile a un tulipano che si apre di colpo, offrendole una bimba minuscola, non più grande di un pollice, chiamata appunto Pollicina.
Un giorno, però, un vecchio rospo che abita in uno stagno in fondo al giardino la sente cantare e decide di offrirla in sposa al figlio, perciò una notte la rapisce.
– Ecco mio figlio, il tuo futuro sposo; abiterai con lui sul fondo dello stagno. Adesso ti metteremo con il tuo ridicolo guscio di noce, indegno della sposa di un rospo, su quella bellissima foglia verde.
(Hans Christian Andersen, “Pollicina”)
Rimasta sola, la bambina scoppiò in pianto, pensando al suo triste futuro. I pesciolini che avevano sentito le parole del vecchio rospo accorsero intorno alla bambina.
– Questo matrimonio è inaudito! – esclamarono. Tagliando il gambo della foglia la liberarono e, portata dalla corrente, Pollicina si allontanò dal suo brutto fidanzato. Mentre passava davanti agli alberi che ornavano le rive, la bambina sentiva cantare gli uccelli:
“Ah! che divertimento. Buon viaggio, ragazzina!”
I rospi non fanno per niente una bella figura, in questa fiaba. La povera Pollicina è terrorizzata da loro, forse anche perché, rispetto a lei, sono molto più grandi e grossi. Per i pesci, il matrimonio prospettato dal vecchio rospo è addirittura inaudito! Lo sposo viene quindi abbandonato ancora prima di arrivare all’altare.
Non stupisce così tanto l’immagine che Andersen raffigura del rospo, se si pensa al fatto che le sue fiabe sono caratterizzate da una simbologia cristiana molto forte. Nella tradizione cattolica, infatti, il rospo è considerato un abitante del regno delle tenebre ed è associato spesso al demonio, ahimé! Non gode certo di una buona reputazione… Pollicina, così dolce e ingenua, non può certo finire tra le braccia di una creatura tanto abietta! I pesci (che per tradizione simboleggiano i cristiani, guarda un po’) liberano la fanciulla e la allontanano così dal male. Tutto torna!
Se ti va, puoi leggere la fiaba per intero:
Il principe che sposò una rana
Questa bellissima fiaba riscritta da Italo Calvino è di origini italiane. Rientra nella raccolta curata dallo stesso autore, che si intitola, appunto, Fiabe italiane. Quand’ero piccola la lessi in un’antologia e mi piacque molto, ritrovarla recentemente è stata una piccola gioia!
Tre principi devono prender moglie, così il padre li invita a scagliare una pietra con la fionda: laddove il sasso cadrà, troveranno la loro sposa. Il primo figlio colpisce il tetto di un forno, e trova una florida giovane fornaia, mentre il secondo si accasa con una sottile tessitrice. Quanto al terzo giovanotto… beh, la sua pietra cade in un fosso, ed egli torna al castello di suo padre con una rana!
Il figlio minore è desolato, ma dovrà ricredersi quando la sua futura, gracidante sposa si appresterà a svolgere le prove imposte dal re per scegliere quale dei tre principi gli succederà sul trono. E qui comincia il bello…
– Rana, rana!
(Italo Calvino, “Il principe che sposò una rana”)
– Chi mi chiama?
– L’amor tuo che poco t’ama.
– Se non m’ama , m’amerà quando bella mi vedrà.
In questa fiaba, la rana ha finalmente una connotazione positiva. È una creatura dolce, molto capace e intelligente. Non voglio svelarti tutta la vicenda, perché secondo me merita proprio di essere letta, ti basti sapere che gli elementi chiave della storia sono le tre prove da superare (adoro quando i protagonisti delle fiabe sono alle prese con le prove da superare!) e la metamorfosi (di nuovo). In questa, come in molte altre fiabe classiche, l’apparenza inganna… quindi attenzione! 😉
Ecco qui il testo della fiaba:
Per concludere…
Rane e rospi possono essere associati alle streghe e all’occulto, oppure godere di un’accezione decisamente più neutra. In generale, però, possiamo concordare su una cosa: sono guardati con ribrezzo e trattati con ritrosia, creature spesso incomprese e maltrattate. Altrettanto spesso, però, trovano riscatto, in una maniera o nell’altra (per fortuna, chi lo sente sennò il mio vicino Mr. Toad?).
Tu conosci altre fiabe con protagoniste rane (o rospi)? Non mancare di farmelo sapere! Puoi scrivere i titoli nei commenti, li leggerò con piacere! 😉
Antonella Arietano